Lo “strano” mestiere dell’animatore turistico

Lo “strano” mestiere dell’animatore turistico

Lo “strano” mestiere dell’animatore turistico. Da oggi inauguriamo un nuovo ed utile strumento di comunicazione (nuovo per noi, naturalmente) per condividere idee ed opinioni sul mondo dell’animazione turistica. Il Blog di Jolly Animation non vuole essere lo spazio per la celebrazione del nostro brand, ma soprattutto una pubblica piazza virtuale in cui confrontarsi sui temi dell’affascinante mestiere dell’animatore turistico.

Attraverso queste pagine ci piacerebbe discutere su presente e futuro del ruolo di una figura professionale spesso bistrattata, da sempre non riconosciuta, anche da un punto di vista remunerativo, al pari di altri operatori del comparto turistico.

Negli anni siamo passati dalla visione dell’animatore turistico come colui che “si fa la vacanza gratis” a quella più pessimistica che vede il giullare del villaggio turistico come “persona sottopagata che lavora 24 ore al giorno”. Quale la verità? Potremmo dire che sta nel mezzo? Conveniamo con tutti e diciamo che quella dell’animazione turistica è un’esperienza lavorativa seria ed impegnativa. Quando parliamo di attività seria ci sembra quasi di voler ironizzare su un lavoro che dispensa leggerezza e disimpegno. Ed invece il nostro è un mestiere serio, anche se spiegarlo agli altri a volte diventa complicato. Anche chi scrive ha dovuto sentirsi per tanti anni, anche dai parenti più stretti, frasi del tipo “vai facendo lo scemo nei villaggi”, prima di ricredersi ed ammettere che dietro le “scemenze” c’erano ore di preparazione e di fatica.

Oggi uno staff di animazione, in molti casi, è l’ago della bilancia della vacanza, il sale nella minestra. Spesso un lavoro ben fatto copre, nasconde, i disservizi di una struttura ricettiva. L’animazione diventa elemento fidelizzante del cliente per un hotel o un villaggio turistico, quasi a costituire il primo vero strumento di marketing per chi vende la vacanza. L’animazione turistica, che dovrebbe avere un valore commerciale alto, dunque, favorisce (per un servizio di qualità) la crescita dei fatturati della struttura ricettiva. Ecco che, pertanto, quello dell’animatore è e sarà un lavoro serio, eseguito con il sorriso sulle labbra.

E per avere successo, come in tutti i campi, ci vuole impegno. Non basta quindi fare gli “scemi nel villaggio”: serve che ci si investa continuamente, aprendosi a nuove cose da proporre al pubblico, senza mai vivere di rendita sugli applausi dell’ultima settimana.

Il blog che inauguriamo sarà anche una sorta di libretto delle istruzioni per quanti si affacciano per la prima volta al fantastico mondo dell’animazione. Scriveteci, saremo pronti a confrontarci.

 

Antonio Longobardi

Ex Capo Villaggio

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